giovedì 28 giugno 2012

D-S- ci vuole tempo.

Per fare bene le cose, e per imparare a farle bene, e per imparare a farle secondo il proprio cuore.

Ci vuole tempo.

Ci vuole attenzione.

Nel tentativo di insegnarmi tutto questo, finisco di disegnare un paio di cose e mi ributto dentro Milano la quale, in fondo, non ha mai smesso di aspettare.


sabato 23 giugno 2012

MILANO-DISAGIO: performance. stasera. venire. candeggina.


Sapevate che la candeggina si mangia i pennelli come fossero biscottini allo zenzero?
Sapevate che su alcune stoffe la infamous bleach rende bianco il tessuto e che su altre crea un effetto alla "vaso greco a figure rosse"?
Sapevate che se dimentichi gli appunti a Barcellona ma la storia ce l'hai dentro puoi riuscire a ripianificare tutto in un pomeriggio?

Stasera c'è l'ultima data del Disagio Tour di Toylet allo Spazio Concept, a Milano.

Guarda la casualità, pure io sono a Milano (per le prossime tre settimane farò base qui).

Ennesima casualità,
 stasera dipingo al Disagio Tour.
Mi macchierò di candeggina e acrilico (per non farsi mancare nulla) e magari riuscirò anche a raccontare due menate, usando parole, immagini, silenzi.

Vi aspetto, no?
(ecco una foto sfocata del mio attuale laboratorio, gentilmente concesso da Antonella e Selvio)

( ps.: Milano ci piace. Le colonne sono rimaste un posto brulicante in cui puoi incontrare giocattoli rumorosi, persone con cui parlare spagnolo, aspiranti cantanti d'opera, open bar nascosti al Museo Diocesano, sushi gratis. Torni a casa a piedi con le vesciche bollenti ma ne vale sempre la pena.)
 

sabato 16 giugno 2012

D- Davvero, puntata 60.

E' uscita, vi siete accorti?
Quindi, per la terza volta, grazie a...no, basta ringraziamenti.
Perchè ci sono da includere Paola, con tutti i davveriani, c'è da mettere Fabio, c'è da mettere l'antro dell'orrore, ci sono i conquilini empatici, ci sono gli amici rassegnati, ci sono i consiglieri via mail, ci sono i commentatori, ci sono gli opinionisti, ci sono le formiche sul tavolo, ci sono le braccia sporche di acquarello, ci sono le signore sopraccigliute della copisteria, ci sono i milanesi che se non mi avessero regalato lo scanner...ecco.

martedì 12 giugno 2012

D- Davvero, puntata 60 in arrivo.

Esco da quello che chiamo "antro dell'orrore" per un piccolo memorandum.
Nella notte fra mercoledì 13 e giovedì 14 uscirà l'episodio 60 di Davvero (il webcomic di Paola Barbato); è una tappa importante per questo fumetto online, nato ufficialmente il 7 novembre 2011.
Con la puntata 60 comincia il conto alla rovescia: l'ultima puntata della storia online si avvicina.
Cominciamo a contare i giorni.

Ah, tra l'altro, e qui si spiega il mio entrare ed uscire dall'antro dell'orrore (un non-luogo/non-tempo in cui lavoro e non ci sono ne' santi ne' madonne ne' superflue interazioni con il mondo), il numero 60 è disegnato da Fabio Detullio e colorato da me.
A fra poco, quindi.
Che ne sarà di Selena e, con lei, di Martina?
Chi c'era all'altro capo del telefono, nella chiamata d'aiuto di puntata 59?

lunedì 11 giugno 2012

D- La cafeteria del Palau

Mentre aspetto di avere tra le mani l'ultimo materiale necessario per colorare l'imminente puntata 60 di Davvero e mi preparo a una tre-giorni di fuoco ed acquarelli, posto un paio di schizzi fatti due giorni fa alla Cafeteria del Palau de la Musica Catalá, un gioiello modernista nel quartiere de la Ribera. Dalle ore 18 di sabato scorso, in 50 diverse location sparse per tutta Barcelona, si sono esibiti gruppi musicali composti dagli alunni delle varie scuole di musica della città.
Che dire, mi mancherà tutto questo.


domenica 10 giugno 2012

D + S(proloqui)- "L'ou com balla"

Venerdì mi sono auto-imposta una pausa.
Sapendo che era periodo di Corpus Christi (grazie, internet, dato che ormai non ho più coscienza dei giorni della settimana) e che alcune chiese, con relativi chiostri, erano aperte per l'occasione, mi sono data al turismo.

La Cattedrale di Sant'Eulalia è appena uscita da sotto le impalcature. Non l'avevo ancora visitata dopo l'outing, ed è stata una bellissima sorpresa. Per quanto Santa Maria del Mar resti la migliore chiesa di Barcelona (la Sagrada non la conto, non è ancora finita) anche la cattedrale non scherza, soprattuttoper il suo coro di legno intagliato.
Il vero punto di forza della Cattedrale, però, è il chiostro. Popolato da una decina di oche cattivissime e da un certo numero di pesci rossi, il chiostro è un luogo stupendo, calmo, fresco, una mini-oasi -con tanto di palme- nel bel mezzo del Barrio Gotico (le altre oasi sono Sant Felip Neri, le semisconosciute colonne del Tempio di Augusto e il cortile del luogotenente).

Passeggiando per il chiostro mi imbatto in coppiette catalane di una certa età che discutono su come fare le foto (e il dialogo ha l'aria di andare avanti da anni, sempre con le stesse modalità "Devi metterla così, quante volte te l'ho detto" "No, ma non voglio farla verticale!"), ragazzini in gita scolastica (ricordi: si tornava a casa con una vaga idea di quello che si era visitato ma con una chiara memoria di chi aveva tenuto la mano a chi e se a lei piaceva lui e se eravamo ancora amiche o se ci saremmo odiate fino alla settimana seguente), compíti tedeschi in visita, francesi che bisbigliano, vecchiette catalane che accendono ceri. Ed ecco che in fondo, alla fontana, appare "l'ou com balla".

L'ou com balla in realtà è una tradizione di una semplicità disarmante.
Per il Corpus Barcelona organizza un certo numero di folkloristiche processioni e offre lo spettacolo dell'ou com balla. Nei cortili, nei chiostri, nei patii, in qualsiasi luogo semi-chiuso e dotato di fontana un uovo (bianco e vuoto) viene messo in cima al getto d'acqua della fonte, che lo mantiene quasi magicamente sospeso in aria. Le fontane vengono addobbate a festa e decorate con composizioni floreali, vasi di rose e gigli, baldacchini verdi. Dal 1637 la gente si diverte a guardare (e fotografare, più recentemente) quest'uovo (simbolo di rinascita e blablabla) che sobbalza in cima allo zampillo.

Beh, lo ammetto, piace anche a me.
Quindi dalla Cattedrale me lo sono andata a vedere anche nel cortile del Museo Marés e nel chiostro (uno dei miei preferiti, anche perchè salendo le scale ci si imbatte in un portone fuso e decorato da Subirachs) del Luogotente (Palau del Lloctinent).

sabato 9 giugno 2012

D- Sveglia!

Sveglia.
Oggi non è andata proprio come speravo.
Moira e la sua storia di vagabonda non sono stati selezionati dal concorso Reality Draws.



Dispiace perchè mi aveva preso, quella lì, quel suo perdersi, quel suo ritrovarsi.

Quindi mi concedo un momento di delusione.

Fatto? Finito? Va bene.
Allora ricomincio a spulciare mettere assieme un qualcosa da mandare a case editrici bisognose di illustratori, e traduco il soggetto di Moira in spagnolo per inviarlo a tappeto agli editori castigliani. E magari anche qualche italiano non farebbe male.
Tiè.

venerdì 8 giugno 2012

D(Disegni)- Non dovremmo sbirciare...

Di chi sono questi occhi?
No, non ve lo dico; non vi dico neppure chi li ha disegnati ne' di che fumetto fanno parte.
Lo scoprirete a tempo debito.
Però una cosina ve la posso anticipare: la colorazione è mia.



R(ecensione) - Barcelona™

Fa sempre piacere rovistare nel reparto "Fumetti" della biblioteca di quartiere. Passo sotto all'arco del vecchio Hospital de la Creu (dove il buon Gaudì ha stirato le zampe), lancio uno sguardo al chiostro -popolato da studenti d'arte, girovaghi vagabondi, letterati della Biblioteca di Catalunya, avventori del bar El Jardì, docili individui seduti sulle panchine e immersi nella lettura- e svolto a destra, entrando in Biblioteca.
Oltre le porte scorrevoli che scorrono sempre quando non devono ci sono i computer e la loro varia umanità, i signori che scorrono le pagine dei quotidiani, gli sguardi stranamente mansueti delle bibliotecarie e finalmente, oltre la narrativa ed un carrello di Prestiti Interbibliotecari,

il Reparto Fumetti.

Scarto con poca grazia 15 numeri di diosaquale Manga e mi immergo nella ricerca disordinata di qualcosa che mi chiami, che parli direttamente a me, che si faccia portare a casa, fosse anche solo per una notte, fosse anche solo per un mese.

E' dopo una simile trance di foga e desiderio che l'altro giorno ho stretto al petto Barcelona™ e altri due volumetti di cui parlerò più avanti.

BARCELONA ™

Autori Varissimi (cercateveli sul web)

Si sa, sono una fan della mia città.
Quindi già sapere che un gruppo di fumettisti e sceneggiatori ( il cui nucleo originario sono Raule, Ibañez e Al Garcia) si ritrova ogni mercoledì a pranzo fuori e che proprio da questo nucleo è nata l'idea di una raccolta come questa, mi commuove.
Mi fa venir voglia di vestire i panni della stalker e rincorrerli in giro per Barcelona fino ad averli fra le mie mani (per poi, ovviamente, non spiccicare una parola, ma solo gemiti di ammirazione).

A parte la bella idea e l'ovvia sbattita organizzativa, hanno saputo coordinare una cosa come 33 fra autori e disegnatori (tra cui i nostri Stassi e Di Gregorio) chiedendogli di raccontare la loro Barcelona: una parte di amore, di nostalgia, di passato, di sconcerto, di avventura, di futuro apocalittico, di fantasia.
Ce n'è veramente per tutti i gusti.
Delle 27, alcune storie mi sono piaciute più per il tratto che per la trama in sè; altre, viceversa; cinque non mi sono piaciute per niente.
Per brevità mi limiterò a scrivere di una che non mi è piaciuta e di una che...no, dai, due che mi sono piaciute. Più una menzione al disegno, va bene?

Non mi è piaciuta

"Vertigo" di Damian, Perditah, Juan Sanmiguel.
Perchè? Perchè non si capisce di cosa stia parlando? Dove va a parare? Ci sono due ragazzi che fuggono da...da dove? E dove vanno? E perchè Barcelona è sommersa? E cos'è quella roba che lei getta dalla cima della Sagrada Familia? E cosa sono quelle cose aliene? Mah. Che dici, almeno fosse disegnato stupendamente... no, neanche così. Una storia deve avere un senso.

Mi sono piaciute (e qui la scelta è dura)

"Enricco" di Di Gregorio e Toni Fejzula
Bella, poeticissima, leggera e profonda. Disegnata senza sbavature, con pulizia e consapevolezza.

"Mira l'ou com balla!" di Corominas e David Morancho
 I disegni all'inizio li ho bollati come fotografici, ma si sono salvati nella linea e nelle ombre in grigio. La sorpresa è stata proprio nel segno, che si fa sempre più personale ad ogni vignetta...una storia che si scioglie nel tempo e nei dialoghi precisi, verso un finale bianco.

Menzione al disegno. Va' che è difficile.

"My Favourite Things" di Jordi Lafebre e Roger Ibañez
Sono quelli di "Jazz Maynard". Come non amarli?

Un ultimo appunto speciale al carinissimo

"Comercio exterior" di Rakel Archer e Enrique Fernandez, che chiude il volume.

In memoria di Santiago Navarro.